Venerdì 23 dicembre 2016 è avvenuta la riapertura di parte della Casa dei Vettii e la messa in sicurezza dell’intera Regio VI agli Scavi di Pompei.
La casa, che era stata oggetto di vicende di restauro complesse che ne hanno compromesso per anni la visita, è stata sottoposta ad interventi di consolidamento che consentono oggi di poter riaprire gli ambienti di ingresso, l’atrio con i cubicula circostanti e il triclinio con la splendida serie di affreschi mitologici. Gli interventi negli ambienti restituiti alla fruizione hanno riguardato il rinforzo e il consolidamento dei pilastri dell'atrio, operazioni di restauro delle murature e revisione delle coperture esistenti, trattamento degli architravi e degli elementi in ferro, ripristino delle protezioni pavimentali e messa in sicurezza di tutti gli apparati decorativi.
La Casa dei Vettii prima degli interventi di restauro
Torna inoltre nella sua originaria collocazione, dopo un intervento di restauro curato dall'Istituto Superiore Centrale del Restauro e l'esposizione al Mann, una delle due casseforti bronzee riccamente decorate e collocate ai lati dell'atrio, a simboleggiare l’opulenza della casa. La Domus dei Vettii, tra le più ricche e famose di Pompei, era posta sotto la protezione di Priapo, dio dal grosso fallo raffigurato a destra della porta, oggi nuovamente visibile dopo il restauro. Il dio rappresentava la prosperità economica dei proprietari, i fratelli Aulus Vettius Restitutus e Conviva, ex schiavi (liberti), arricchitisi grazie al commercio.
Il legame con Priapo era ulteriormente esplicitato anche da una statua marmorea che originariamente decorava il giardino e che fu trovata accantonata in un ambiente della casa. Restaurata da qualche anno, la statua è oggi temporaneamente collocata nell'atrio.
Nella ristrutturazione di età augustea (I sec. a.C.) l’aspetto della casa venne cambiato rispetto allo schema tradizionale che caratterizzava altre abitazioni come quelle del Fauno e di Sallustio, per ottenere più spazio per il grande giardino porticato, ricco di statue e fontane, che costituisce il perno della dimora. Qui si affacciano le stanze più ricche dell'abitazione, che saranno a breve oggetto di un restauro specifico. Nella zona della cucina vi è un larario dipinto; la stanza adiacente è decorata con una serie di quadretti erotici. Anche per questa parte è stato previsto uno specifico progetto di restauro. Di nuovo fruibili al pubblico i raffinati affreschi del triclinio che raffigurano scene mitologiche. I quadri furono dipinti in questa stanza volutamente non troppo illuminata affinché la luce non ne rovinasse i colori, come in una sorta di pinacoteca. Le scene rappresentano Arianna abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso; Dedalo che dona a Pasifae la vacca di legno, dal quale nascerà il Minotauro; Mercurio, inviato da Zeus, che lega Issione su una ruota di fuoco che gira senza sosta nel cielo, per punirlo di aver concupito Giunone.
LA MESSA IN SICUREZZA DELLA REGIO VI
La Regio VI, estesa su 80.000mq e composta da 17 Insulae, si sviluppa nel settore nordoccidentale di Pompei ed è stata oggetto di un grande intervento di messa in sicurezza previsto dal Grande Progetto Pompei, che ha riguardato il recupero di tutte le strutture e i manufatti a rischio perdita.
A Nord e a Ovest la Regio è delimitata dalle mura urbiche, nel cui angolo nord-occidentale si apre una delle principali porte di accesso alla città, Porta Ercolano, da cui si accedeva alle saline, che si trovavano a poche miglia di distanza (nel territorio dell’odierna Torre Annunziata).
La messa in sicurezza della Regio ha affrontato problemi connessi a fenomeni di degrado diffusi, dovuti al deterioramento plurisecolare prima e dopo le campagne di scavo risalenti al XVIII secolo, a eventi traumatici naturali (terremoti) e antropici come i bombardamenti dell'ultima guerra, e la scarsa manutenzione pluriennale di un'area in gran parte chiusa al pubblico, ed è stata finalizzata ad eliminare i dissesti strutturali tramite il consolidamento delle murature, la ricostruzione di porzioni murarie, il risanamento delle opere in calcestruzzo armato, la cerchiatura di colonne e la sostituzione dei sistemi di puntellatura fatiscenti e ingombranti; ad arrestare l'evoluzione del degrado tramite interventi di diserbo della vegetazione infestante; a migliorare la fruibilità dell'area tramite la rimozione di cumuli di macerie e il livellamento di quote disomogenee.
– Interventi realizzati: 4.372,41 mq rifacimento colmi murari; 5.119,97 mq ristilature dei giunti di malta; 1.797,79 mq restauro murature; 3.211,00 mq sarcitura di lesioni murarie; 1.840,74 mq intonaci consolidati; 200,94 mq messa in sicurezza apparati decorativi pavimentali; 5.237,97 mq consolidamenti bordature.
Gli interventi messi in atto hanno consentito inoltre la riapertura di alcune domus di particolare pregio, assolutamente inedite per il pubblico quali la Casa di Adone ferito, nota per la megalografia di Adone morente soccorso da Venere e circondato da amorini, da cui la casa prende il nome. In aggiunta ai lavori di messa in sicurezza, il restauro del dipinto e del quadro con "toletta dell'Ermafrodito" collocato in un altro ambiente della casa, è stato realizzato grazie ad un'erogazione liberale frutto dei proventi della vendita del libro di Alberto Angela, I tre giorni di Pompei.
La Casa dell'Ancora (VI 7, 18) affacciata su Via di Mercurio fu edificata intorno alla metà del II secolo a.C. ed è una delle abitazioni con planimetria più originale nel panorama pompeiano. Prende il nome dalla raffigurazione presente sul mosaico del vestibolo ed è articolata in settori posti su due livelli a quote differenti: gli ambienti gravitanti intorno all’atrio e alla terrazza con ambienti di rappresentanza e ricevimento e il piano inferiore occupato da un giardino attorno al quale corre un portico. La casa è stata oggetto di due interventi: uno di restauro architettonico e un secondo di restauro degli apparati decorativi. Le maggiori novità sono state le indagini effettuate in un triclinio che affacciava sul viridario, che hanno permesso di verificare l’esatta sequenza stratigrafica degli strati preparatori del massetto su cui erano posti in opera i mosaici, che sono stati con l’occasione riportati in luce e documentati.
La domus detta del Labirinto dal soggetto del mosaico di uno degli ambienti aperti sul peristilio, venne edificata nel tardo II secolo a.C. unificando edifici preesistenti. Presenta una pianta a doppio atrio, uno tuscanico e uno tetrastilo, e un peristilio, oltre ad un quartiere termale e ad uno spazio per la produzione del pane. L'intervento strutturale del progetto di Messa in Sicurezza si è concentrato nell'atrio della casa, dove sono stati rimossi gli ingombranti e fatiscenti puntelli applicati per la stabilità delle colonne, operando una cerchiatura dei rocchi delle stesse con presidio in acciaio inox non invasivo e reversibile
Fonte: Soprintendenza di Pompei