Museo Archeologico di Napoli - Salone della Meridiana

Il Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Il Salone della Meridiana, situato al primo piano del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), è uno degli ambienti monumentali più spettacolari del palazzo. Un tempo noto come Gran Salone, rappresenta oggi il cuore scenografico del museo e uno spazio di grande valore storico e artistico.

Architettura e dimensioni

Di forma rettangolare, il Salone misura 54 metri di lunghezza, 20 di larghezza e 27 di altezza. L’ambiente è illuminato da ampie porte-finestre distribuite su tre pareti: quelle laterali affacciano sui cortili interni, mentre quelle a sud, provviste di balconi, si trovano sopra l’ingresso principale del Museo. Le pareti sono scandite da più ordini di finestre, con quelle superiori collocate a ridosso della volta.

Fin dal XVII secolo, la vastità dell’aula causò problemi statici, aggravati dai terremoti del 1686 e 1688. Per questo, nel 1735 re Carlo di Borbone incaricò l’architetto Giovanni Antonio Medrano di ricostruire la copertura, ormai compromessa.

La soluzione del doppio tetto

Medrano ideò un ingegnoso sistema: un doppio tetto. Quello interno, formato da travi e tiranti lignei, sosteneva la volta, mentre un secondo livello, più alto, realizzato con capriate, fungeva da tetto vero e proprio. Questa struttura innovativa consentì di garantire stabilità all’edificio, permettendo anche la decorazione della volta.

L’affresco di Pietro Bardellino

Nel 1781 il pittore Pietro Bardellino realizzò il grande affresco che ancora oggi domina il soffitto del Salone. L’opera celebra le virtù del re Ferdinando IV di Borbone e della regina Maria Carolina, rappresentati come protettori delle arti.

La volta è popolata da numerose figure allegoriche che reggono i simboli delle arti e delle discipline, in un trionfo iconografico che esalta il mecenatismo borbonico. Al centro, un’iscrizione in latino recita: “Iacent nisi pateant” (“Le cose d’arte languono se non vengono esposte e fruite dal pubblico”), a testimonianza della volontà del sovrano di rendere l’arte accessibile.

L’affresco fu restaurato una prima volta nel 1904. Negli anni 1967-1968 furono invece eseguiti importanti lavori alla copertura, con la sostituzione delle capriate deteriorate, l’impermeabilizzazione delle falde e il rifacimento del manto di tegole.

Le decorazioni alle pareti

Il Salone è arricchito anche da opere poste lungo le pareti:

  • nella parte inferiore sono collocati alcuni quadri ottocenteschi di gusto “pompier”, a soggetto mitologico e storico, provenienti dal Museo di Capodimonte;

  • nel registro superiore si ammirano numerose tele del pittore genovese Giovanni Battista Draghi, che raffigurano le gesta di Alessandro Farnese nelle Fiandre. Queste tele provenivano in origine da Palazzo Farnese a Piacenza.

Le epigrafi marmoree

Ai lati della porta che immette allo scalone monumentale si trovano due epigrafi marmoree in latino del 1616. In origine collocate sulla facciata del palazzo, ricordano rispettivamente:

  • i meriti politici del viceré don Pedro Fernández de Castro, conte di Lemos;

  • il trasferimento dell’Università degli Studi di Napoli nell’edificio che oggi ospita il Museo.

Un luogo simbolo del Museo

Oggi il Salone della Meridiana non è soltanto un capolavoro architettonico e pittorico, ma anche uno spazio di rappresentanza e di esposizione. Con la sua monumentalità e il suo affresco celebrativo, incarna lo spirito di un museo che, fin dalle origini, ha voluto rendere l’arte accessibile al pubblico.


Domande frequenti sul Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Dove si trova il Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?

Il Salone della Meridiana si trova al primo piano del Museo, alla fine della rampa centrale dello scalone monumentale.

Perché il Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli è importante?

Perché è uno degli ambienti più monumentali del Museo, con il grande affresco settecentesco di Pietro Bardellino che celebra Ferdinando IV e Maria Carolina come protettori delle arti.

Chi progettò la copertura del Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?

La copertura fu ricostruita nel 1735 dall’architetto Giovanni Antonio Medrano, che ideò l’ingegnosa soluzione del doppio tetto con volta sospesa.

Chi realizzò l’affresco del Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?

L’affresco fu eseguito nel 1781 dal pittore Pietro Bardellino e raffigura figure allegoriche delle arti con i ritratti di Ferdinando IV e Maria Carolina.

Qual è il significato dell’iscrizione del Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?

L’iscrizione latina “Iacent nisi pateant” significa “le cose d’arte languono se non vengono esposte e fruite dal pubblico”, sottolineando la funzione educativa e divulgativa del Museo.

Cosa si trova lungo le pareti del Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?

Nella parte inferiore sono esposti quadri ottocenteschi di gusto “pompier”, mentre in alto vi sono le tele di Giovanni Battista Draghi con le gesta di Alessandro Farnese.

Quali epigrafi si conservano nel Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?

Ai lati dell’ingresso si trovano due epigrafi marmoree del 1616, che celebrano il viceré don Pedro Fernández de Castro e il trasferimento dell’Università nell’edificio.

Perché visitare il Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?

Perché è il cuore monumentale del Museo, un luogo che unisce architettura barocca, pittura celebrativa e storia istituzionale del palazzo.

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