Opera grafica di Franco Gracco
Opera grafica di Franco Gracco

Pompei, città straordinariamente conservata dalla furia del Vesuvio nel 79 d.C., offre uno spaccato unico e dettagliato della vita quotidiana romana, compresi gli aspetti più duri e spesso trascurati. Oltre all'élite e al ceto medio, gli scavi recenti stanno illuminando la quotidianità della popolazione subalterna, inclusi schiavi e bambini, rivelando l'interconnessione e la ristrettezza spaziale in cui si svolgeva la loro esistenza.

L'invisibile Strato Sociale

La ricchezza di Pompei era sostenuta da un'economia che vedeva l'impiego degli schiavi, soprattutto per aumentare la produzione (ad esempio, vinicola e olearia). La ricerca archeologica moderna si concentra oggi sulla vita della popolazione media e dei più poveri, e degli schiavi, analizzando come la configurazione materiale degli spazi—quali gli alloggi per gli schiavi—ne determinasse le forme di vita quotidiana.

Mentre la tradizionale domus ad atrio rappresentava la messa in scena indispensabile per l'élite romana, l'ascesa di liberti e commercianti liberi di umili origini portò a una revisione dei modelli abitativi. Nuovi scavi nell'Insula dei Casti Amanti hanno portato alla luce un nuovo esempio di "case senza atrio", che indicano questa trasformazione.

Il Lavoro Massacrante: Uomini, Donne e Animali

Le condizioni di vita degli schiavi a Pompei erano spesso brutalmente legate ai luoghi di produzione. Un esempio emblematico è la Casa con Panificio di Rustio Vero (Regio IX, Insula 10, civico 1), dove coesisteva una parte residenziale decorata con affreschi di alta qualità di IV stile e una parte produttiva destinata alla panificazione.

Lo studio archeologico mira a ricostruire il lavoro massacrante a cui erano sottoposti uomini, donne e animali nei mulini-panifici, spesso citando le parole di Apuleio sull'impianto produttivo come disciplina dell’odiosa baracca (inoptabilis officinae disciplina). Il movimento degli schiavi e degli animali era strettamente controllato e "coreografato" attraverso solchi circolari (curva canalis) intagliati nel basolato di basalto vulcanico.

Schiavitù e Mercato

L'epigrafia parietale, attraverso tituli picti (iscrizioni dipinte) e graffiti, è fondamentale per comprendere lo sfruttamento della forza lavoro. Questi testi contribuiscono a ricostruire la storia e la prosopografia degli antichi pompeiani. In un contesto più ampio di iscrizioni, sono documentate anche le stratificazioni sociali e i costumi dell'epoca, inclusi i riferimenti allo sfruttamento della forza lavoro e dei corpi degli schiavi, come nel caso di un graffito che menziona la fuga di uno schiavo nell'Insula IX 8.

L'Esposizione alla Violenza

L'esposizione a forme estreme di violenza era comune nell'antichità romana, inclusa Pompei.

  • I disegni a carboncino scoperti sui muri di un cortile di servizio nella Casa del Secondo Cenacolo Colonnato (Insula dei Casti Amanti) furono realizzati da bambini di 5-7 anni e raffigurano gladiatori, pugili e scene di caccia (venationes).
  • Questi disegni non sono visti come imitazioni di opere d'arte, ma come tentativi di riprodurre, nel linguaggio figurativo infantile ("cefalopodi"), qualcosa di realmente osservato, come il "sangue sparso nell’arena".
  • I bambini e le bambine sono "sospesi nel tempo" tra un'umanità riconoscibile (come nelle sagome delle mani sul muro) e un momento storico in cui la violenza era "un divertimento per tutte le età".

La Strada Verso la Libertà e il Successo

La schiavitù non era una condizione irrevocabile, e il liberto poteva ambire a un percorso di ascesa sociale.

  • La successione dei nomi registrati nelle tavolette cerate del banchiere Cecilio Giocondo rifletteva il rango sociale strettamente dipendente dalla ricchezza del singolo.
  • Un esempio di ascesa sociale è rappresentato da Marcus Venerius Secundio, la cui tomba monumentale, una tomba a schola (sedile in tufo), è stata oggetto di importanti ricerche.
  • Il ritrovamento di una tomba a schola simile, come quella di N. Agrestino Equizio Pulcro fuori Porta Stabia, (databile in età augustea, come le tombe di Mamia e A. Veius), onorava un personaggio che era stato tribunus militum e praefectus fabrum. Tali monumenti onorari erano posti in aree pubbliche concesse dalla municipalità.

FAQ: Domande Frequenti sulla Schiavitù a Pompei

1. Come si manifestava la schiavitù nell'architettura domestica e produttiva di Pompei?

La schiavitù si rifletteva chiaramente nella divisione degli spazi, come nella Casa con Panificio di Rustio Vero (IX, 10, 1), dove la zona produttiva del panificio era segregata dalla parte residenziale. L'unica uscita del panificio dava sull'atrio, e la necessità di controllare ferreamente il movimento degli schiavi era evidente. L'ambiente di panificazione è stato paragonato a una prigione per la sua disciplina coatta (disciplina dell'odiosa baracca).

2. Quali tipi di mansioni erano assegnate agli schiavi, in base ai ritrovamenti?

Gli schiavi erano impiegati in lavori pesanti. Nel panificio, erano addetti alla macinazione, costretti a eseguire movimenti strettamente coreografati per evitare interruzioni del lavoro. Gli intagli (curva canalis) nel basalto vulcanico intorno alle macine mostrano il percorso forzato di uomini e animali. Inoltre, reperti come una scalpellina in ferro (dolabra), rinvenuta in un contesto di scavo, si confronta con quella custodita tra gli attrezzi nel panificio, indicando l'impiego di manodopera servile anche in edilizia.

3. Esistono prove della vendita o dell'affitto di schiavi a Pompei?

Sì, i documenti epigrafici (tituli picti e graffiti), che sono un serbatoio prezioso per la ricostruzione della vita sociale, testimoniano indirettamente la stratificazione sociale. L'approccio di lettura contestuale di questi scritti permette di comprendere le relazioni sociali e politiche e i loro attori, come nel caso delle iscrizioni che indicavano le prestazioni o la fuga di schiavi.

4. Qual era il ruolo dei liberti (ex schiavi) nella società pompeiana?

I liberti potevano raggiungere un notevole status sociale ed economico. La loro ricchezza poteva portare a influenze nel gusto abitativo, come suggerito dall'emergere di "case senza atrio". Il loro rango sociale era "strettamente dipendente dalla ricchezza del singolo". Marcus Venerius Secundio, ad esempio, è noto come Augustale. Un altro esempio di homo novus è N. Agrestino Equizio Pulcro, onorato con una tomba a schola (sedile), che aveva ricoperto alte cariche come tribunus militum e praefectus fabrum. Le tombe a schola di questo tipo, databili in età augustea, erano poste in luoghi pubblici concessi dalla municipalità.

5. I bambini erano esposti alla violenza e al lavoro?

Sì. I disegni a carboncino realizzati da bambini di 5-7 anni raffiguranti gladiatori e venationes indicano la loro precoce e diretta esposizione a forme estreme di violenza, che nell'antichità romana era considerata un divertimento per tutte le età. La presenza di sagome delle mani di bambini sui muri ha aiutato a stimare la loro età. Le fonti indicano che i bambini erano presenti anche agli spettacoli gladiatori.


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