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Pompei, Thermopolium del Gallo (Regio V)
Photo: Parco Archeologico di Pompei

Il Thermopolium di Pompei: Uno Spaccato di Vita Quotidiana tra Cibo e Culto Domestico

Il Parco Archeologico di Pompei ha recentemente concluso una serie di indagini e lavori di manutenzione straordinaria nell'area del celebre Thermopolium del Gallo (Regio V, Insula 3). Questi scavi, condotti tra la fine del 2023 e maggio 2024, hanno permesso di completare l'esplorazione dell'Ambiente 2 e di rimuovere parte dei depositi nell'Ambiente 1, offrendo una visione dettagliata dell'organizzazione degli spazi annessi al punto di ristoro più famoso di Pompei.

Contesto e Storia Edilizia dell'Insula 3

L'area di intervento si colloca nell'Insula 3 della Regio V, tra il Vicolo dei Balconi e un asse viario perpendicolare. L'intero complesso edilizio, in particolare l'Ambiente 2 (adiacente al Thermopolium del Gallo, Ambiente 3), si presenta come il risultato di numerose trasformazioni strutturali. Queste modifiche furono eseguite verosimilmente in seguito ai terremoti degli anni '60 d.C..

La struttura si sviluppava su almeno due livelli: il piano terra destinato ad attività commerciali (come il Thermopolium stesso) e il piano superiore utilizzato a scopo residenziale. Sebbene abitata, al momento dell'eruzione del 79 d.C. non tutte le zone versavano in buono stato.

L'Ambiente 2: Una Casa-Servizio a Due Piani

L'Ambiente 2, di forma rettangolare (6,28x4,53 m) e accessibile sia dal Vicolo dei Balconi che dal Thermopolium, ha rivelato una stratigrafia complessa che testimonia diverse fasi costruttive.

Al momento dell'eruzione, il vano 2 era ancora in uso, ma presentava un evidente stato di degrado. Modifiche e riparazioni d’emergenza erano state messe in atto per contrastare danni e cedimenti strutturali, in particolare al piano superiore. Per garantire stabilità al solaio del primo piano, furono collocati pali orizzontali e il fusto di una colonna in calcare lungo la parete orientale e al centro del vano.

Il Piano Superiore (Vani 2.1 e 2.2): La Zona Residenziale Incompiuta

Il piano superiore era diviso in due ambienti rettangolari (2.1 e 2.2). Sebbene tutti gli ambienti fossero dotati di una pavimentazione in malta cementizia semplice, solo il vano 2.2 aveva un rivestimento rubricato in giallo con inserti in marmo colorato, rinvenuto in ampie porzioni in crollo.

Le pareti dell'Ambiente 2.2 presentavano affreschi in IV Stile che, però, erano rimasti incompiuti.

Tra i reperti più notevoli del piano superiore, provenienti dai crolli:

  • I resti di un cofanetto in legno con elementi decorativi in bronzo e una lunga catena di sospensione. Questo cofanetto conteneva tre balsamari in vetro e due spilloni in osso. L'oggetto è stato confrontato con un esemplare simile datato all'età flavia e rinvenuto a Roma.
  • Una serie di lastre in marmo di vari colori e dimensioni al centro del vano, suggerendo la presenza di un tavolo o un mobile.
  • Durante precedenti scavi, erano state identificate un’anfora con coperchio, un mortaio e ceramiche comuni.

Questi ritrovamenti suggeriscono che il piano superiore fosse ancora destinato a scopo residenziale poco prima della catastrofe.

Il Piano Terra (Vano 2.3): Funzione di Servizio e Culto Domestico

Il piano inferiore (vano 2.3) mostrava un'organizzazione molto funzionale, confermando la sua destinazione d'uso come area di servizio.

Lungo le pareti si trovavano tracce di allestimenti (strutture in muratura e materiale deperibile). L'area a sud dell’ingresso era occupata da una latrina in muratura (con sedile in legno e terra cruda) e probabilmente una cucina con base in muratura.

Gli oggetti, spesso rinvenuti nella loro posizione originale, erano riposti in ordine, probabilmente su mensole e mobili in legno:

  • Conservazione e preparazione alimenti: Una decina di anfore, probabilmente usate per conservare provviste alimentari, erano collocate lungo la parete orientale (sette erano accatastate presso l'angolo sud-est). In prossimità dell’angolo nord-est si trovavano anche un calderone in bronzo, due mortai, tegami impilati e un piccolo boccale.
  • Culto Domestico: La presenza di elementi legati alla spiritualità domestica è significativa. Una mensola (in materiale deperibile) sopra le anfore ospitava oggetti per il culto dei Lari: due terracotte votive in ceramica, un oggetto in marmo e uno spillone in osso raffigurante una figura femminile. Un'altra area di culto era vicino alla colonna centrale, con una base di marmo e una pigna in pasta vitrea blu.
  • La Situla Esotica: A ridosso della colonna fu rinvenuta, su una base quadrangolare in terra cruda, una situla di faïence verde e gialla di probabile provenienza alessandrina, decorata con figure umane, animali e motivi fitomorfi.

L'Ora Finale: Il Crollo e la Preservazione

L'eruzione del 79 d.C. iniziò con l'ingresso di pomici grigie e bianche che si accumularono principalmente davanti all'ingresso. La stanza fu poi colmata da strati consistenti di cinerite.

Il crollo strutturale non fu immediato. Gli elementi di rinforzo del solaio del primo piano resistettero inizialmente, creando uno spazio vuoto. Successivamente, il telaio ligneo, i pavimenti dei vani 2.1 e 2.2 e il tramezzo crollarono in modo unitario, trascinando con sé gli oggetti. I mobili lungo le pareti est e nord, protetti dal pavimento rimasto in posizione, si degradarono più lentamente, facendo scivolare gli oggetti a terra e mantenendoli in gran parte intatti.

Questo meccanismo di crollo, causato dai depositi eruttivi, ha permesso di preservare in situ numerosi reperti, consentendo agli archeologi di ricostruire la disposizione originaria degli arredi e l’utilizzo specifico degli spazi.

Indagini e Conservazione: Dall'Antico al Contemporaneo

Le indagini hanno riguardato anche l'Ambiente 1, di pianta rettangolare e speculare all’Ambiente 2. In questo vano sono state individuate le murature perimetrali e tracce di intonaco bianco. Nel corso degli scavi del 2024, gli archeologi hanno ispezionato numerosi fori nel terreno (cavità), nei quali sono state colate miscele di gesso e acqua per tentare di recuperare eventuali calchi di travature o altri elementi.

L'analisi dell'area ha anche evidenziato le trasformazioni subite in età moderna e contemporanea: dall'abbandono all'uso agricolo, fino ai danni causati da eruzioni successive (come quella del 1822) e le frequenti attività di scavo clandestino tra l’800 e il ‘900.

Contestualmente agli scavi, sono state cruciali le attività di restauro e manutenzione straordinaria.

  • Restauro degli Affreschi: Gli intonaci dipinti del vano 2.2 presentavano notevoli depositi di cinerite e problemi di umidità. Si è proceduto con puliture a secco e ad impacco, trattamenti biocida e consolidamenti della pellicola pittorica e degli intonaci. Durante i lavori, sono stati recuperati anche lacerti di incannucciato e di intonaco affrescato del soffitto.
  • Manutenzione Strutturale (Ambiente 3): Nel Thermopolium principale, è stata sostituita una trave portante (ora in acciaio HEA rivestito in legno) e il massetto è stato ricostruito per migliorare l'impermeabilizzazione e la tenuta sismica.

Le recenti indagini forniscono un contributo fondamentale alla comprensione dell'evoluzione architettonica dell’insula, evidenziando come gli edifici pompeiani si adattassero e si trasformassero in risposta sia ai fattori ambientali (i sismi) che alle esigenze sociali.


Questo ritrovamento è come aprire una capsula del tempo. Se l'Ambiente 2 fosse un antico frigorifero, non solo troviamo il cibo conservato (le anfore), ma anche il "calendario" magnetico attaccato (gli oggetti di culto) e gli "appunti" sui lavori di riparazione necessari (i rinforzi strutturali), tutto congelato esattamente nell'istante in cui la luce è stata spenta per l'ultima volta.

Un articolo di approfondimento sugli interventi in corso è stato pubblicato sull’e-journal degli scavi di Pompei, offrendo ulteriore documentazione tecnica e interpretativa. Scarica l'articolo completo >>

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