Pompei, con i suoi oltre sette secoli di storia, fu un crogiolo di culture (etrusche, greche, sannitiche e romane) che lasciarono un segno indelebile nella sua vita religiosa. L'archeologia rivela un complesso dialogo culturale tra la tradizione locale sannitica, il modello romano e l'ellenismo mediterraneo, con la religio che fungeva da elemento cardine nel sistema insediativo e nella definizione della geometria dei rapporti sociali.
La fede a Pompei si manifestava attraverso un ricco panorama di culti, che spaziavano dalle pratiche civiche pubbliche, come i giochi anfiteatrali e le celebrazioni per le divinità tradizionali, fino ai riti privati e misterici.
1. I Culti Civici e le Radici Antiche
Fin dalla sua fondazione, avvenuta all'inizio del VI secolo a.C., la struttura urbana di Pompei fu segnata dalla presenza di aree sacre.
Apollo e Atena (Minerva):
I santuari di Apollo e Atena (quest'ultimo situato nel Foro Triangolare) sono tra i luoghi di culto più antichi della città, attestati a partire dalla prima metà del VI secolo a.C..
- Il Santuario di Apollo fu costruito in un punto strategico, lungo la via che da Porta Marina conduceva al cuore pubblico della città. La scelta di Apollo come divinità fondante riflette la presenza di Greci ed Etruschi in Campania. I reperti votivi più antichi indicano un ruolo predominante per il consumo di vino nel lessico rituale.
- Il santuario nel Foro Triangolare era dedicato ad Atena, come attestato da una nota iscrizione Eituns. Ad Atena era associato anche Ercole. Questo culto sembra avere avuto una funzione di profilassi (protezione) per le fanciulle, legandosi al normativo passaggio all'età adulta e allo stato di sposa, un tema rilevante nelle comunità italiche in contatto con le città greche.
Nel periodo sannitico (IV-I secolo a.C.), a differenza dell'epoca arcaica caratterizzata da scambi "internazionali", questi santuari funzionavano come luoghi di culto "locali" frequentati dai membri della comunità.
Culto dei Morti e Riti Funerari:
La legge delle dodici tavole proibiva la sepoltura o la cremazione dei defunti all'interno delle mura della città (Hominem mortuum ne sepelito neve urito). Le aree funerarie si sviluppavano, quindi, lungo le strade che conducevano fuori dalle porte urbiche.
- L'area funeraria di Porta Sarno è una delle più antiche, attiva dal periodo sannitico fino all'eruzione del Vesuvio. Sono state rinvenute sepolture a cremazione.
- Alcune tombe monumentali, come la schola (sedile semicircolare) della sacerdotessa pubblica Mammia o quella di Numerius Agrestinus Equitius Pulcher (un duumvir iure dicundo iterum in età augustea), si trovano fuori dalle porte (ad esempio, Porta Ercolano e Porta Stabia). Questi monumenti funerari fungevano anche da sedili pubblici e contribuivano all'autorappresentazione dell'élite, riflettendo un atteggiamento di riservatezza in linea con il rinnovamento augusteo.
Un ritrovamento significativo nell'area di Porta Sarno è la tomba di Marcus Venerius Secundio, un ex schiavo pubblico e custode del Tempio di Venere, che una volta liberato divenne Augustale (sacerdote dedicato al culto imperiale). L'iscrizione sulla sua tomba rivela che organizzò ludi (spettacoli) greci e latini per quattro giorni, testimoniando la presenza di esibizioni in lingua ellenica a Pompei. Si è anche notata la presenza di divinità femminili legate al rito funebre, come la Dea Ceres (Cerere).
2. Culti Orientali ed Ellenistici
Pompei fu un centro aperto a influenze esterne, e l'espansione romana nel Mediterraneo favorì l'introduzione di nuovi culti.
Iside e il Tempio Egiziano:
I culti egiziani si svolgevano sia pubblicamente nel tempio, sia in privato nei larari domestici. Il Tempio di Iside nel quartiere dei teatri è l'unico edificio di culto egiziano documentato e ritrovato in uno stato di conservazione eccezionale.
- Il culto di Iside, divinità salvifica ed ecumenica che prometteva agli iniziati la resurrezione come Osiride, era particolarmente popolare tra i ceti bassi per il suo messaggio di speranza in una vita oltre la morte.
- La sua diffusione avvenne a tutti i livelli sociali, inclusi aristocratici (come il Poppeo della Casa degli Amorini Dorati), mercanti e figure di origine servile.
- Dopo il terremoto del 62 d.C., il tempio fu interamente ricostruito (a fundamento) da un liberto arricchito, N. Popidius Ampliatus, a nome del figlio Celsinus, un atto di benemerenza che permise al figlio di soli sei anni di essere accolto nel senato locale. Questo episodio evidenzia il ruolo dei culti di importazione come fattore importante nel processo di integrazione sociale.
Dioniso (Bacco) e Attis:
- Il culto di Dioniso fu attestato a Pompei già nella seconda metà del III secolo a.C., con un santuario fondato fuori le mura. Questo culto, insieme a quello di Afrodite, testimonia gli stretti rapporti di Pompei con il mondo greco.
- La Villa dei Misteri, situata fuori le mura, è celebre per il grande fregio di II Stile a tema dionisiaco. Questa tematica rifletteva la tryphé (stile di vita piacevole) ed era programmaticamente incarnata nella figura di Dioniso, un elemento della cultura ellenistica adottato dall'aristocrazia romana nelle loro ville private per realizzare idee non ostacolate dal mos maiorum romano.
- Tracce del culto di Cibele e Attis (Magna Mater) sono state trovate sotto forma di bronzetti di Attis (riconoscibile dal berretto frigio e dalla cista), usati come ex voto o come elementi decorativi, riflettendo la popolarità della figura del pastore nel territorio vesuviano.
3. Il Culto Imperiale e l'Identità Romana
Con la fondazione della colonia romana e in particolare con l'avvento di Augusto, la religione divenne un veicolo chiave per l'ideologia politica.
Venere Pompeiana e l'Associazione con Augusto:
Venere Pompeiana, protettrice dei naviganti, era venerata nel cuore della città in un tempio affacciato sul golfo. Sotto Augusto, Venere era considerata l'antenata dell'imperatore.
- Il console romano Lucio Mummio dedicò una parte del bottino della conquista della Grecia (146 a.C.) all'antico santuario di Apollo, un gesto che celebrava l'alleanza con Roma.
- Si hanno prove che l'imperatore Nerone e la sua consorte Poppea fecero offerte a Venere Pompeiana, tra cui gioielli e una notevole quantità d'oro. Questi doni potrebbero essere stati collegati alla nascita (o al parto).
Augusto e la Pietas:
La politica augustea di rinnovamento religioso e culturale era basata sul motivo conduttore della pietas, mirata al ritorno all'antica fede per restaurare i mores e le virtutes. Le famiglie più influenti di Pompei si identificarono con questo programma, e i committenti di nuovi edifici pubblici spesso ricoprivano cariche sacerdotali.
- Il Culto Imperiale a Pompei, come altrove in Occidente, divenne un modo per i notabili di esprimere lealtà e ottenere prestigio. Figure come Marcus Venerius Secundio (Augustale) e Mammia (sacerdos publica che dedicò un tempio al Genius Augusti a sue spese) ne sono esempi. Il Genius Augusti poteva essere venerato solo in associazione ai Lari.
- M. Holconius Rufus, il primo sacerdote di Augusto sicuramente attestato (Augusti sacerdos), fu premiato dall'imperatore con il titolo di tribunus militum a populo. La sua statua fu eretta di fronte alle Terme Stabiane in un incrocio trafficato, e fu commissionata a un atelier di Roma.
4. Il Sacro tra le Mura Domestiche: I Larari
Il culto domestico manteneva una forte continuità. I Larari erano altari o edicole destinati al culto dei Lari, divinità che proteggevano la casa e la famiglia.
- La scoperta di un Larario elaborato (attribuibile al IV Stile) nella Casa IX 10, 1 (la casa con panificio di Rustio Vero) ha offerto dettagli sulle pratiche rituali domestiche.
- L'analisi dei resti organici nell'altare di questo larario ha dimostrato che la carbonizzazione dei reperti (tra cui pigne, pinoli, frutta secca e uova) fu causata dal fuoco rituale (in un ambiente ossidante) e non dall'eruzione.
- Le pratiche rituali includevano l'accensione di un piccolo fuoco e l'offerta di elementi non combusti (come un uovo intero) posti sopra quelli combusti e le braci a chiusura del rito.
- Questo tipo di offerte (pigne, pinoli, frutta secca, uova) è coerente con quanto rinvenuto in altri contesti rituali e con le raffigurazioni dei larari, suggerendo una certa standardizzazione nelle pratiche.
L'ambiente 12 della casa IX, 10, 1 ospitava questo larario e conteneva anche messaggi elettorali a supporto del candidato edile A. Rustio Vero, evidenziando come la campagna elettorale si articolasse anche nelle mura domestiche, penetrando gli spazi più intimi e religiosi.
FAQ: Religioni e Culti a Pompei
Q1: Quali sono i culti civici più antichi di Pompei?
I culti più antichi documentati a Pompei, risalenti alla prima metà del VI secolo a.C., sono quelli dedicati ad Apollo e ad Atena (Minerva).
- Il Santuario di Apollo fu edificato in un punto strategico lungo la via che conduceva da Porta Marina al cuore pubblico della città. La scelta di Apollo come divinità tutelare riflette la presenza di Greci ed Etruschi in Campania. Reperti votivi antichi suggeriscono che il consumo di vino avesse un ruolo predominante nel lessico rituale di questo santuario.
- Il santuario nel Foro Triangolare era dedicato ad Atena. Questo culto, associato anche a Ercole, sembra aver avuto una funzione di profilassi per le fanciulle, legata al loro passaggio normativo all'età adulta e allo stato di sposa, un tema tipico delle comunità italiche in contatto con le città greche.
Questi santuari rimasero in vita fino alla distruzione del 79 d.C..
Q2: Come si rifletteva il Culto Imperiale nella vita religiosa e politica di Pompei?
Il Culto Imperiale, specialmente con l'avvento di Augusto, fu un veicolo fondamentale per l'ideologia politica e la coesione sociale a Pompei.
- Venere Pompeiana era venerata nel cuore della città e, in età augustea, era considerata l'antenata dell'imperatore.
- I notabili locali si identificavano con il programma augusteo di rinnovamento religioso basato sulla pietas. Ad esempio, Mammia, una sacerdotessa pubblica (sacerdos publica), finanziò la costruzione di un tempio dedicato al Genius Augusti (Genio di Augusto) a sue spese.
- M. Holconius Rufus, il primo sacerdote di Augusto sicuramente attestato (Augusti sacerdos), fu premiato dall'imperatore con il titolo di tribunus militum a populo. La sua statua fu eretta di fronte alle Terme Stabiane. Holconius Rufus è anche noto per aver finanziato la ristrutturazione e l'ampliamento del teatro in età augustea, in collaborazione con M. Holconius Celer.
Q3: Quali culti "orientali" erano diffusi a Pompei e qual era il loro impatto sociale?
A Pompei erano presenti influenze ellenistiche e orientali, favorite dall'espansione romana nel Mediterraneo.
- Iside: Il culto egiziano di Iside era molto popolare, soprattutto tra i ceti sociali meno abbienti, per il suo messaggio salvifico e la promessa di resurrezione. L'unico edificio di culto egiziano documentato è il Tempio di Iside nel quartiere dei teatri, ricostruito dopo il terremoto del 62 d.C. da un ricco liberto, N. Popidius Ampliatus, a nome del figlio Celsinus, permettendo a quest'ultimo di essere ammesso nel senato locale (un atto di benemerenza).
- Dioniso (Bacco): Il culto dionisiaco è attestato fin dalla seconda metà del III secolo a.C.. La Villa dei Misteri è celebre per il suo fregio di II Stile a tema dionisiaco. Queste tematiche riflettevano la tryphé (stile di vita piacevole) adottata dall'aristocrazia romana nelle loro ville private.
- Cibele e Attis: Tracce del culto della Magna Mater (Cibele) e del suo paredro Attis sono state rinvenute, spesso sotto forma di bronzetti usati come ex voto o decorazioni. Attis è raffigurato con il berretto frigio e la cista. Una pigna in vetro rinvenuta come ex voto richiama il rituale con cui i sacerdoti di Attis usavano percuotersi il petto durante le cerimonie che commemoravano la morte del pastore.
Q4: Cosa sono i Larari e quali offerte vi venivano deposte?
I Larari erano altari o edicole destinati al culto domestico dei Lari, divinità protettrici della casa e della famiglia.
- Il culto domestico era caratterizzato da una forte continuità.
- Nel larario della Casa IX, 10, 1, sono stati ritrovati i resti combusti delle ultime offerte ancora al loro posto.
- L'analisi ha stabilito che la carbonizzazione dei reperti (come pigne, pinoli, frutta secca, uova intere e vinaccioli d'uva) fu causata dal fuoco rituale (in ambiente ossidante), e non dagli effetti dell'eruzione.
- Queste offerte, che includevano anche fichi e datteri (quest'ultimi probabilmente importati ed essiccati), sono coerenti con le raffigurazioni dei larari e suggeriscono una certa standardizzazione nelle pratiche rituali domestiche.
Q5: Qual era il ruolo di Marcus Venerius Secundio e perché la sua tomba è considerata eccezionale?
Marcus Venerius Secundio era un ex schiavo pubblico (servus publicus) che aveva ricoperto la carica di custode del Tempio di Venere.
- Dopo essere stato liberato (liberto), raggiunse un notevole status sociale ed economico, diventando Augustale (sacerdote dedicato al culto imperiale).
- La sua tomba, rinvenuta nell'area di Porta Sarno, è monumentale. L'iscrizione funeraria attesta che Secundio organizzò ludi (spettacoli) greci e latini per quattro giorni, una rara testimonianza della presenza di esibizioni in lingua ellenica a Pompei.
- Il defunto mostra una parziale mummificazione, e si ipotizza che questa conservazione possa essere dovuta a un trattamento intenzionale, come l'uso di tessuti specifici (ad esempio l'amianto, l'asbesto) noti dalle fonti per l'imbalsamazione.
Q6: Le raffigurazioni mitologiche nelle case private avevano un significato religioso o politico?
Spesso le raffigurazioni mitologiche, specialmente quelle del IV Stile, veicolavano messaggi complessi legati sia alla cultura ellenistica che all'ideologia politica romana.
- Nella Casa dei Pittori al Lavoro (Regio IX, 12) sono stati trovati affreschi di alta qualità, inclusa la scena della Purificazione di Oreste. L'iconografia di Oreste e Ifigenia, che unisce elementi diversi della saga (la cerva morta, la spada e l'atto cultuale di purificazione con acqua lustrale e alloro), potrebbe essere stata una composizione colta creata in un contesto di propaganda augustea legata alla figura di Ottaviano come vendicatore. Successivamente, l'immagine di Oreste fu ripresa da Nerone per legittimare un delitto, basandosi su un paragone tra Clitennestra e Agrippina Minore.
- Un altro quadro singolare nella stessa casa raffigura un fanciullo incappucciato (cucullatus) in una sorta di apoteosi dionisiaca, con uva e melagrane. È stato suggerito che possa trattarsi del ritratto del figlio del padrone di casa, forse un bambino deceduto.
- Questi programmi decorativi rispondevano a precise indicazioni della committenza per costruire un dialogo tra gli elementi figurati e ostentare status economico e culturale.
Q7: Qual era l'atteggiamento dei Pompeiani verso gli dei di fronte all'eruzione?
Le fonti, in particolare la testimonianza di Plinio il Giovane, descrivono reazioni eterogenee di fronte alla catastrofe del 79 d.C..
- Alcuni "alzavano la mano verso i dei".
- Altri, invece, "ritenevano che non ci fossero alcuni dei e che questa fosse una nuova, eterna notte per il mondo".
- Questo suggerisce uno scenario di disperazione e un dibattito interiore o collettivo sulla presenza o meno della divinità durante l'evento catastrofico.