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La Villa dei Misteri: Nuove Scoperte Illuminano la Porta del Passato e le Voci Dimenticate di Pompei
Photo: Parco Archeologico di Pompei

La Villa dei Misteri, una delle più iconiche residenze romane fuori Pompei, celebre in tutto il mondo per la sua straordinaria megalografia di II stile a tema dionisiaco, continua a rivelare segreti che ampliano la nostra comprensione non solo dell'arte antica, ma anche della vita quotidiana e delle dinamiche sociali di quasi duemila anni fa. Recenti scavi, avviati in seguito all'abbattimento di un'abitazione moderna che incombeva sulla villa, hanno finalmente permesso di completare l'opera iniziata dal grande soprintendente Amedeo Maiuri e di svelare il portone principale e un contesto di attesa e interazione che getta nuova luce su questo capolavoro.

Una Storia di Scavi e Riscoperte

La storia della Villa dei Misteri è strettamente legata agli scavi. Scoperta tra il 1909 e il 1910 da un privato, Aurelio Item (tanto che inizialmente fu chiamata "Villa Item"), la villa fu poi oggetto di un'indagine scientifica coordinata da Amedeo Maiuri nel 1929-1930. Maiuri si mosse spinto da esigenze di tutela, documentazione, interesse turistico e, soprattutto, dalla necessità di comprendere il "contesto" complessivo della villa per interpretare al meglio il fregio dionisiaco. Sebbene la pubblicazione del 1931 fornisse un quadro esaustivo, una parte della villa, in particolare la facciata orientale verso la strada di campagna e parte del quartiere servile, rimase inesplorata a causa di un'abitazione moderna che vi insisteva.

Il 2023 ha segnato una svolta: l'abbattimento di questa abitazione, che nel tempo era stata ampliata abusivamente fino a sovrastare l'antica villa, ha aperto la strada a nuove indagini del Parco Archeologico di Pompei. Dopo un primo intervento legato alla scoperta di cunicoli clandestini che partivano dallo scantinato della casa, nell'aprile del 2025 è stato avviato un secondo intervento, mirato a collegare l'area della casa abbattuta con l'ingresso della villa. L'obiettivo finale è portare alla luce le strutture del quartiere servile ancora sepolte sotto lapilli e cenere.

Il Portone Ritrovato: Ingresso al Mondo Antico

Grazie a questi lavori, è stato possibile ammirare, per la prima volta dopo quasi 2000 anni, il portone principale della villa, un ingresso poco appariscente coronato da un semplice arco, che si apre a Est lungo la Via Superior, una strada suburbana che collegava Pompei con l'agro pompeiano in direzione del Vesuvio. Questo portone non era solo un accesso per ospiti sontuosi, ma era anche attraversato da carri e animali che trasportavano uva e grano dai campi, e poi i prodotti trasformati verso il mercato o gli attracchi di Pompei e Oplonti. È un elemento cruciale per comprendere il "contesto" della villa, collegando la sua magnificenza interna con la sua funzione economica e la vita di chi la serviva.

La Panchina d'Attesa: Voci dal Limen

Una delle scoperte più affascinanti è una panchina di muratura, posizionata lungo la strada di campagna, proprio di fronte all'ingresso principale. In analogia con panchine simili trovate davanti a grandi residenze urbane di Pompei, si può immaginare che qui attendessero clienti del padrone di casa, venuti per la salutatio mattutina nella speranza di avanzare richieste o ottenere favori. Tra questi clienti – cittadini di bassa condizione economica, liberti – potevano mescolarsi viandanti, braccianti in cerca di impiego, senzatetto e mendicanti.

Durante le lunghe ore di attesa, al sole o sotto la pioggia, alcuni passavano il tempo lasciando traccia di sé sui muri e sulla panchina stessa. Si sono rinvenuti diversi tipi di iscrizioni:

  • Graffiti dipinti: Lungo il margine occidentale della zona scavata si leggono alcune lettere in capitale, accurate e sottili, con apici ornamentali, che formano "BAS—". Potrebbe essere la parte iniziale di un cognomen come Bassus, e la perizia nella scrittura suggerisce che chi l'ha lasciato potrebbe essere stato un pictor in attesa di lavoro o di un incontro.
  • Date graffite: Sulla destra delle lettere dipinte, è stata incisa una data, "PR NON MA", interpretabile come pridie nonas Martias o Maias (il 6 marzo o il 6 maggio), ma senza l'indicazione dell'anno. Rappresentava un giorno memorabile per chi l'ha scritta, forse legato a celebrazioni cittadine o a momenti specifici nella vita politica di Pompei.
  • Scritte a carboncino: La parte centrale della panchina mostra una scrittura a carboncino, meno elegante, che recita "Habitus". Habitus era un cognomen molto diffuso a Pompei, spesso attestato in contesti di saluto. Potrebbe riferirsi a un cliente "robusto" o "prestante", un "salutatore seriale" che amava lasciare il proprio nome sui muri delle abitazioni dei notabili. Queste scritte offrono uno sguardo toccante sulle aspettative, le frustrazioni e la quotidianità di persone comuni che gravitavano attorno alla sfera di influenza della villa, un contrasto stridente con la magnificenza delle pitture dionisiache che si trovano all'interno.

Dettagli Archeologici e Stratigrafici

Le indagini archeologiche si sono concentrate sul fronte orientale della Villa dei Misteri, dove un terrapieno sopraelevato di circa 7 metri rispetto al piano di calpestio della villa obliterava parte del quartiere servile e l'ingresso.

  • Architettura della Villa: L'impianto della villa, situata a circa 400 metri a nord di Porta Ercolano, risale all'età sillana e mostra un progetto unitario che rispettava l'orientamento degli assi stradali sannitici.
  • Il Quartiere Servile: Gli scavi hanno messo in luce creste di setti murari del piano superiore del quartiere servile e porzioni di tetto in crollo, alcune delle quali con tegole provviste di aperture circolari per lo sfiato del fumo, indicando la presenza di punti di fuoco.
  • Ambienti Interni: Sono stati indagati gli ambienti 1, 2 e 3.
    • Ambiente 3, a sud dell'ingresso, presenta finestre che si affacciavano sulla Via Superior e accumuli di pomici dall'eruzione del 79 d.C..
    • Ambiente 2, un triclinio adiacente al vestibulum, ha rivelato un affresco di III stile con un registro inferiore arancione e uno mediano nero, con elementi vegetali e motivi a losanga. L'uso del nero monocromatico su ampie superfici è indice di alta qualità e notevole disponibilità economica del committente. Questo ambiente era tradizionalmente interpretato come alloggio del procurator.
    • Ambiente 1 conserva decorazioni di III stile con un registro inferiore rosso e uno superiore giallo. Qui sono stati rinvenuti frammenti di intonaco raffiguranti un amorino alato e un cigno con le ali sollevate su fondo giallo, databili all'età claudia (35-45 d.C.), insieme a frammenti di cornici in stucco.
  • Materiali Costruttivi: Sono stati ritrovati frammenti di tegole bollate, inclusa una con l'iscrizione "L.SAGINI", riconducibile alla figlina dei Saginii, importanti proprietari terrieri pompeiani attivi nella produzione di mattoni e tegole tra la tarda repubblica e l'età augustea.
  • L'Eruzione del 79 d.C.: Gli scavi hanno rivelato una sequenza stratigrafica dei prodotti dell'eruzione vesuviana del 79 d.C., con alternanza di prodotti di caduta e flussi piroclastici. Il crollo della parete orientale della villa ha conservato abbondanti resti di intonaco policromo, blocchi di calcare, murature in opus latericium e opus incertum, e impronte di carpenteria lignea.
  • Sistema Idrico e Strada: È stata individuata una cisterna rettangolare in opus incertum, parte di un sistema di approvvigionamento idrico. Il muro di contenimento del terrapieno, che costeggiava la Via Superior, mostrava inizialmente una chiusura "a bauletto" per favorire lo scivolamento dell'acqua, poi modificata. La strada stessa, lastricata con blocchi poligonali di pietra lavica, presentava un profilo concavo per il deflusso dell'acqua. L'assenza di basoli in un settore vicino all'ingresso suggerisce lavori in corso, forse per un impianto idrico o per un'impalcatura, al momento dell'eruzione. È stato inoltre evidenziato un paleosuolo preparato per la coltivazione ma non coltivato al momento dell'eruzione.

Un Contesto Sempre più Ricco

Le nuove scoperte alla Villa dei Misteri non solo completano l'esplorazione fisica della celebre residenza, ma arricchiscono enormemente la nostra comprensione del suo "contesto". Ci permettono di immaginare non solo la sontuosità della vita all'interno, ma anche il viavai di persone comuni, le loro attese, le loro speranze e le piccole tracce che hanno lasciato, collegando la grandezza dell'arte pompeiana con la semplice umanità che la circondava. Questi scavi rafforzano l'idea che ogni capolavoro, come il fregio dionisiaco, è intrinsecamente complesso e richiede un quadro interpretativo sempre più ampio e sfaccettato.

Leggi l'articolo completo sull’e-journal degli scavi di Pompei>>


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