La Sezione degli Affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) custodisce la più vasta e importante raccolta di pittura parietale romana al mondo. La Sezione degli Affreschi offre un viaggio straordinario nell’arte e nella vita quotidiana delle città vesuviane, in particolare Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis.
I capolavori esposti
Tra i dipinti più celebri conservati nella sezione figurano opere di grande suggestione: le Tre Grazie, la Menade dormiente, Eracle e Telefo, la cosiddetta Flora, la pseudo Saffo, fino alla spettacolare raffigurazione della rissa nell’anfiteatro di Pompei tra pompeiani e nocerini.
Si tratta di immagini che, con la loro vivacità, ci trasmettono non solo la raffinatezza delle case aristocratiche, ma anche episodi della vita sociale e religiosa del mondo romano.
Copie di capolavori greci
Molti degli affreschi figurativi vesuviani sono in realtà copie romane di celebri opere greche, oggi perdute. Questo fenomeno rivela come l’arte romana, e in particolare quella campana, fosse profondamente influenzata dalla tradizione ellenistica. Gli affreschi appaiono infatti come un capitolo provinciale dell’arte ellenistica, proiettato nel contesto culturale romano con una forte impronta filoellenica.
Gli studiosi hanno a lungo dibattuto sulla provenienza e sulle influenze di questi dipinti, cercando di attribuirli a scuole greche, campane o sannitiche. In realtà, essi appartengono a tutte e tre le tradizioni, arricchite dall’influsso esercitato dalla Roma imperiale, che stimolò e rinnovò le arti locali.
La tecnica dell’affresco
La pittura parietale romana veniva realizzata con una tecnica raffinata e complessa:
-
si stendevano due o tre strati di intonaco calcareo, mescolato con sabbia e calcite;
-
si dipingeva dapprima il fondo, lasciandolo asciugare completamente;
-
una volta asciutto, si applicavano le decorazioni.
I pigmenti erano di origine naturale: terre colorate come le ocre, minerali come il carbonato di rame, e tinte vegetali o animali. Per ottenere brillantezza e resistenza, si usavano colla e cera, con la tecnica detta encausto.
Questa lavorazione richiedeva grande abilità: il pittore doveva lavorare con rapidità e precisione, riuscendo a coprire ampie superfici prima che l’intonaco si seccasse.
Gli stili della pittura vesuviana
Tradizionalmente, gli affreschi provenienti da Pompei, Ercolano e dagli altri centri vesuviani vengono suddivisi nei cosiddetti quattro stili pompeiani, definiti nel XIX secolo da August Mau:
-
I Stile (a incrostazione) – imita con rilievi in stucco e colori le lastre di marmo, dando alle pareti un aspetto solido e monumentale.
-
II Stile (architettonico o prospettico) – introduce elementi architettonici dipinti, con colonne, cornici e vedute illusionistiche che ampliano lo spazio.
-
III Stile (ornamentale) – privilegia superfici piatte e monocrome, arricchite da piccoli quadretti figurati e decorazioni sottili.
-
IV Stile (illusionistico o composito) – unisce elementi dei precedenti stili, con scenografie complesse, figure mitologiche e decorazioni fantasiose.
Questa classificazione rimane un punto di riferimento per lo studio della pittura romana, anche se oggi è ritenuta parziale rispetto alla varietà delle tecniche e delle soluzioni decorative. La ricerca contemporanea continua a elaborare modelli più articolati, senza che però si sia ancora imposto un sistema alternativo condiviso.
Un patrimonio unico
La Sezione degli Affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli non è solo una raccolta di opere d’arte: è una finestra aperta sulla vita, la cultura e l’immaginario delle popolazioni dell’Italia romana. Ogni scena, ogni ritratto e ogni decorazione muraria ci restituisce l’atmosfera delle domus e delle ville che prosperarono alle pendici del Vesuvio fino al 79 d.C., offrendo al visitatore un’esperienza unica e irripetibile.
Domande frequenti sulla Sezione degli Affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Cosa espone la Sezione degli Affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?
La collezione conserva la più grande raccolta al mondo di pittura parietale romana, con ritratti, paesaggi, scene mitologiche e storiche.
Quali sono i dipinti più famosi della Sezione degli Affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?
Tra i capolavori più celebri vi sono le Tre Grazie, la Menade dormiente, Eracle e Telefo, la cosiddetta Flora, la pseudo Saffo e la scena della rissa nell’anfiteatro di Pompei.
Perché gli affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli sono importanti?
Perché molti sono copie romane di celebri opere greche oggi perdute, che testimoniano la diffusione dell’arte ellenistica nella cultura romana.
Come venivano realizzati gli affreschi conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli?
Gli affreschi erano ottenuti stendendo più strati di intonaco calcareo e dipingendo con pigmenti naturali; la brillantezza era data dalla tecnica dell’encausto.
Quali pigmenti usavano gli antichi pittori negli affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?
Venivano impiegate terre colorate, minerali come il carbonato di rame e pigmenti vegetali o animali.
Quali sono i quattro stili pompeiani visibili negli affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?
I dipinti vesuviani si dividono in quattro stili:
-
I Stile (a incrostazione)
-
II Stile (architettonico o prospettico)
-
III Stile (ornamentale)
-
IV Stile (illusionistico o composito)
Gli affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli provengono solo da Pompei?
No, provengono anche da Ercolano, Stabiae e Oplontis, oltre a Pompei.
Perché visitare la Sezione degli Affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli?
Perché è la più ampia collezione al mondo di pittura romana antica, capace di raccontare la vita, l’arte e i culti delle città vesuviane fino al 79 d.C.