Pompei, città eternamente affascinante, offre uno sguardo unico sulla vita romana prima della catastrofica eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.. Tra i suoi innumerevoli tesori, il Tempio di Iside si distingue per la sua storia particolare e l'eccezionale stato di conservazione, che ha contribuito in maniera decisiva a far conoscere Pompei nel mondo.
La Scoperta e il suo Impatto Globale L'Iseo pompeiano è, a tutt'oggi, l'unico edificio di culto egiziano effettivamente ritrovato e documentato a Pompei, e per giunta in uno stato di conservazione eccezionale. La sua scoperta, avvenuta nel 1764, risale alla prima fase degli scavi borbonici. Gli scavatori dell'epoca non potevano sapere di trovarsi di fronte all'unico edificio di culto di Pompei che presentasse una decorazione quasi completa, un fatto straordinario che lo rese celebre fin da subito.
Origini e Diffusione di un Culto Misterico Il culto di Iside, un'antica dea egizia, si diffuse ampiamente in tutto il Mediterraneo a partire dal III secolo a.C.. Si trattava di un culto misterico, riservato agli iniziati, che offriva un messaggio di speranza e una promessa di vita oltre la morte. Questo lo rese particolarmente popolare tra i ceti sociali più umili di Pompei. Il mito centrale narra le vicende di Iside che recupera e ricompone le parti dello sposo Osiride, ucciso e smembrato da Seth, per poi ridargli vita con le sue arti magiche, divenendo così la divinità dispensatrice di vita. Il Tempio di Iside a Pompei fu eretto in un periodo che va dal III al II secolo a.C., più precisamente, poco dopo il 150 a.C.. L'introduzione e l'assimilazione dei culti egiziani nell'ambiente italico si inserivano nel più ampio contesto dell'adozione di modelli culturali e religiosi ellenistici.
Posizione e Architettura Il tempio si trovava nel cosiddetto "quartiere del teatro", un'area di Pompei che, nel corso del II secolo a.C., fu intensamente caratterizzata dall'erezione di vari edifici a destinazione culturale, ispirati a modelli ellenistici. Questo contesto includeva il teatro stesso, l'ambulacro del teatro (forse in origine un ginnasio poi trasformato nella Caserma dei Gladiatori), e il Tempio di Giove Meilichio. Sia il Tempio di Giove Meilichio che quello di Iside furono eretti su iniziativa di privati o di cerchie ristrette di adepti, che scelsero questa zona dalla forte connotazione greca per le loro sedi di culto. Architettonicamente, l'edificio si presentava con un cortile porticato al cui centro sorgeva il tempio vero e proprio, posto su un alto podio. Davanti al tempio, nello spazio antistante, si trovavano l'altare e una fossa per lo scarico delle offerte rituali. Le dimensioni del portico (60x50 piedi osci) indicano l'utilizzo di unità di misura e proporzioni diffuse in un'epoca antecedente l'impianto della colonia romana nell'80 a.C..
La Ricostruzione dopo il Terremoto del 62 d.C. Pompei fu gravemente danneggiata da un violento terremoto avvenuto nel 62 d.C.. È significativo che il Tempio di Iside fu uno dei pochi edifici pubblici a essere completamente restaurato prima dell'eruzione del 79 d.C., a testimonianza del grande peso e della diffusione dei culti egizi nella città. La sua ricostruzione fu "a fundamento" (dalle fondamenta), come ricorda un'iscrizione murata sopra la porta d'ingresso. Questo importante intervento fu finanziato da Numerius Popidius Ampliatus, un liberto, che lo fece a nome del figlio Celsinus. Grazie a questa benemerenza, il giovane Celsinus fu accolto tra i membri del senato locale all'età di soli sei anni, rivelando un chiaro intento di promozione sociale attraverso l'evergetismo. La ricostruzione avvenne con "ampi interventi in laterizi", tecnica costruttiva distintiva degli anni immediatamente successivi al terremoto.
Decorazioni e Reperti Artistici Le pitture figurate di ispirazione egizia che adornavano il tempio furono asportate dopo la scoperta, una pratica comune all'epoca, e inizialmente collocate al Museo di Portici. Oggi sono visibili al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove un recente allestimento cerca di ricreare l'originaria disposizione sulle pareti dei vari ambienti. Tra i reperti significativi provenienti dal tempio e conservati a Napoli si annoverano una testa di Iside e un'erma marmorea con il ritratto in bronzo di C. Norbanus Sorex, databile agli inizi del I secolo d.C..
Un Punto di Riferimento per la Ricerca Il Tempio di Iside continua a essere oggetto di studio, con ricerche che si concentrano, tra l'altro, sui rituali per la dea egiziana e sulle dinamiche socio-culturali della Pompei antica. La sua storia evidenzia come Pompei fosse un crogiolo di culture, dove tradizioni locali e influenze esterne, come quelle ellenistiche ed egizie, si intrecciavano per formare un panorama religioso e sociale complesso e dinamico.
