La casa di Giove prende il nome dall’affresco del larario posto in giardino, nel quale è raffigurata la divinità. Il larario fu rinvenuto già nel corso degli scavi dell’ Ottocento, durante i quali la casa era stata solo in parte indagata. Al momento dell’eruzione del 79 d.C. l’abitazione era in corso di ristrutturazione. Gli scavi attuali hanno consentito di individuare diversi cunicoli, praticati in passato prima degli scavi ufficiali, allo scopo di recuperare oggetti preziosi, che hanno purtroppo compromesso in più punti la struttura della casa. Ciò nonostante si sono conservati, in ottimo stato, sia i pavimenti musivi, sia gli affreschi, sia, in alcuni ambienti, la ricca suppellettile fittile e metallica. L’intervento di scavo odierno ha restituito la struttura di una dimora con atrio centrale, circondato da stanze decorate, ingresso lungo il vicolo dei balconi, e sul fondo uno spazio aperto colonnato su cui si affacciano altri tre ambienti. Le pitture di I stile L’atrio e gli ambienti circostanti hanno svelato una ricca decorazione in primo stile (II sec a. C) con riquadri in stucco imitanti lastre (crustae) marmoree dipinte di vivaci colori (rosso, nero, giallo, verde) e cornici con modanature dentellate. L’atrio che mantiene, nella parte conservata, la decorazione in primo stile, era probabilmente completato, nella parte superiore, da un fregio dorico in stucco, con rifiniture in blu e rosso, attestato dai numerosi frammenti rinvenuti in crollo. È molto probabile che il proprietario di casa abbia volutamente mantenuto, in tali spazi, questa più antica decorazione in primo stile che, in altre dimore pompeiane, era stata frequentemente sostituita da decorazioni più moderne. 

I pavimenti della domus sono, in gran parte, semplici cementizi a base fittile (cd. “signino” o “cocciopesto”), a volte con tessere marmoree bianche disposte a intervalli regolari o con scaglie di marmo collocate irregolarmente. In due ambienti, tuttavia, la parte centrale del pavimento è decorata da eccezionali riquadri a mosaico rettangolari di grande qualità artistica e con raffigurazioni straordinarie, prive, finora, di precisi confronti e che, a un primo esame, sembrano riferirsi a miti poco rappresentati, probabilmente di carattere astrologico. Tracce di un incendio, infine, sono state ritrovate in un ambiente della domus confinante con la casa delle Nozze d’Argento, già in buona parte indagato in passato. L’incendio aveva annerito la parete affrescata coinvolgendo elementi di arredo, tra cui probabilmente un letto, come sembrerebbe dimostrato dai frammenti di legno e di stoffa carbonizzati. Un rinvenimento straordinario considerato la rarità dei ritrovamenti di tessuti a Pompei.

Fonte: C. Stampa Parco Archeologico di Pompei

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