...Eccomi in vetta al Vesuvio. Scrivo seduto sulla sua bocca e son pronto a discendere in fondo al cratere. Il sole, di quando in quando, sprizza, traverso il velo di vapori che accerchia la montagna. Questi vapori mi nascondono uno dei paesaggi più belli della terra e servono a raddoppiare l'orrore del luogo. Il Vesuvio, che le nubi separano dagli incantevoli paesi sorgenti alla sua base, sembra così posto nel deserto più profondo; né lo spettacolo di una fiorente città toglie forza a codesta sensazione terrifica. 

F.R. de Chateubriand - Viaggio in Italia (1803-1804)

Opera di Franco Gracco 2007

Al di là del suo valore geofisico, nel corso dei secoli il Vesuvio ha rivestito un ruolo davvero importante per la storia dell'arte: da quando (I secolo d.C.) fu dipinto ad affresco "ombroso di verdi pampini" fino alle più recenti espressioni dell'arte contemporanea.

Pittori, acquerellisti e incisori di quasi ogni epoca, tendenza e nazionalità lo hanno variamente interpretato; fra questi italiani, francesi, inglesi, tedeschi, austriaci, russi e danesi ispirati dai più disparati generi e movimenti artistici, detti "pittoresco", "sublime", "eroico", "romantico", "catastrofico", "orrificante", e finanche dall'"astrattismo".

In particolare, nel 1631 il Vesuvio fa la sua prima apparizione nella pittura dell'epoca come protagonista assoluto dell'opera d'arte, ma anche come sterminatore; è il caso della tela di Didier Barra. Comunque non sempre ha avuto un ruolo di primo piano. Anzi, fino alla prima metà del 700 generalmente faceva da sfondo al paesaggio napoletano come elemento accessorio, lasciando invece spazio alla reazione della gente, che, in preda al terrore per un'eruzione in corso, invocava i suoi santi patroni.

Dei numerosi artisti del 700 e 800 che hanno ritratto la "montagna fumante" ricordiamo Bonavia, Volaire, Pietro Fabris, Hackert, Saverio della Gatta, Giacinto Gigante e Antonio Pitloo. Di nuovo, nella seconda metà del 700 il Vesuvio rivede il ruolo di "dominatore del paesaggio" nelle composizioni degli artisti, essendo osservato da più punti lungo il golfo di Napoli, ad esempio da Torre Annunziata e da Portici.

Col tempo, però, fin'oltre la seconda metà dell'800, le rappresentazioni del Vesuvio perdono ogni valore emozionale, riducendosi a semplici ripetizioni della classica immagine del golfo con il vulcano fumante sullo sfondo. Qualche interessante variante è offerta dagli artisti Johan Christian Dahl, norvegese, Franz Ludwig Catel, tedesco, e dallo scultore Thorvaldsen. Nel 1819 Joseph William Turner e Camille Corot, giocando con i contrasti cromatici, arricchiscono l'immagine del Vesuvio di una straordinaria luminosità.

Immagini:
Il Vesuvio visto dagli artisti contemporanei >>
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