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Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Cenni storici

Il palazzo che ospita l'attuale Museo fu iniziato nel 1586 come cavallerizza su commisione di Don Pedro Giron, duca di Ossuna e viceré di Napoli dal 1582 al 1586.
Nel 16 12 Don Pedro Fernando de Castro, conte di Lemos e viceré di Napoli dal 1610 al 1616, incaricò l'architetto Giulio Cesare Fontana di progettarvi la nuova sede dell'Università (o "Palazzo dei Regi Studi" o "Palazzo degli Studi Pubblici").
Trasformato alla fine del XVIII secolo dall'architetto Pompeo Schiantarelli in "Real Museo" e "Palazzo dei Vecchi Studi", il nuovo Museo ospitava le collezioni archeologiche provenienti da Ercolano, Pompei e Stabia. Infatti, Ferdinando IV di Borbone, succeduto al padre Carlo III passato al trono di Spagna nel 1759, vi trasferì fra il 1806 e il 1834  la raccolta di Capodimonte (ex collezione Farnese) e le raccolte della Villa Reale di Portici, del cardinale StefanoBorgia e di Carolina Murat. Sempre nel 1806 moltissimi pezzi delle collezioni artistiche e archeologiche del Museo furono trasportati a Palermo, in Sicilia, dove i sovrani borbonici si trasferirono dopo gli eventi della rivoluzione Partenopea e l'insediamento di Gioacchino Murat a Napoli.
Dieci anni dopo, con la seconda restaurazione borbonica, l'edificio fu denominato "Real Museo Borbonico". Esso in seguito accolse la collezione di Stefano Borgia di Velletri comprendente numerose sculture greco-romane e in particolare le antichità egiziane, cui si aggiunsero nel 1827 quelle della raccolta Picchianti,così da formare complessivamente un'importante collezione, attualmente presente nel Museo, che documenta, tra l'altro, la diffusione della cultura egiziana nel Mediterraneo fra l'VIII secolo a.C. e l'età romana. Finita la dominazione borbonica, il Museo fu titolato "Nazionale" da Garibaldi, inglobando le collezioni archeologiche, artistiche e bibliografiche dai re Carlo III, Ferdinando IV, Francesco I e Ferdinando II di Borbone. Inoltre il Museo era stato sede di istituzioni prestigiose, quali la Società Reale Borbonica e l'Accademia di Belle Arti.
Nel periodo compreso fra il 1863 e il 1875, l'archeologo Giuseppe Fiorelli cominciò la riorganizzazione delle numerose collezioni del Museo, continuata poi dall'archeologo Paolo Orsi, che propose dieci sezioni espositive: 1) plastica (statue e bassorilievi); 2) pitture; 3) epigrafi; 4) vasi; 5) oggetti preziosi; 6) monete e medaglie; 7) terrecotte; 8) "raccolta cumana"; 9) quadri e raccolte d'arte medievale e moderna; 10) papiri.
La proposta di Orsi fu adottata e modificata dallo storico Ettore Pais (direttore del Museo fra il 1901 e il 1904) che, per illustrare la storia dell'arte antica e del ritratto, sistemò le sculture al piano terra dell'edificio, la pittura murale pompeiana ed  al piano ammezzato, i "piccoli bronzi" al piano superiore, gli oggetti preziosi e la raccolta numismatica al secondo piano. Il nuovo direttore dal 1910 al 1924, l'archeologo Vittorio Spinazzola, assegnò per la prima volta una sezione autonoma ai mosaici di Pompei ed Ercolano. Allo stesso Spinazzola e al successivo direttore del Museo, l'archeologo Amedeo Maiuri, si deve l'attuale sistemazione delle collezioni. Dal 1957, dopo che la Biblioteca fu trasferita nel Palazzo Reale in piazza Plebiscito e la Pinacoteca nel Palazzo di Capodimonte a Napoli, il Museo è stato destinato alle sole raccolte di antichità.

Pur riconoscendo una certa validità agli allestimenti del passato — testimoni del gusto, delle conoscenze, della metodologia di un'epoca — tuttavia oggi si privilegiano soprattutto il contesto e la provenienza originari degli oggetti esposti. In tal senso sono stati indirizzati gli sforzi intrapresi fin dagli anni settanta — e che proseguono tuttora, seppure fra difficoltà di ogni genere — di riallestimento globale del Museo.

Il nuovo indirizzo museografico è stato inaugurato con l'allestimento della sezione dedicata a tutti i ritrovamenti fatti nella Villa dei Papiri di Ercolano (aprile 1973). Sono seguite nel tempo altre sezioni, istituite ex novo, o completamente riallestite: la Collezione Egizia (dicembre 1989), le Sculture Farnese dalle Terme di Caracalla (giugno 1991), il Tempio di Iside di Pompei (dicembre 1992), le Gemme Farnese (giugno 1994), la Collezione Epigrafica (marzo 1995), la Sezione Preistorica (dicembre 1995), la Sezione della Magna Grecia (luglio 1996), Pithecusae e la casa greca di Punta Chiarito (dicembre 1997), i Vetri (marzo 1998), il Gabinetto Segreto (aprile 2000), i Mosaici (maggio 2000), Napoli Antica (dicembre 2000), la Collezione Numismatica (giugno 2001), il Vasellame Bronzeo (marzo 2003), gli Affreschi dalla Villa di Arianna di Stabia (settembre 2007), le Sculture Farnese da Palazzo Campo dei Fiori, dagli Orti Farnesiani e da Villa Madama (Sale 1, 7 e 8; accessibili già nel dicembre 2007), la Collezione degli Affreschi Pompeiani (aprile 2009), nuovamente la Villa dei Papiri di Ercolano con un allestimento nuovissimo (giugno 2009), le Sculture Farnese da Palazzo Farnese e dalla Farnesina (Sale 2-6 e 25-28; novembre 2009).

Oggi il Museo Archeologico Nazionale di Napoli si articola su 4 livelli.
Si accede al Museo a piano terra; accanto all’ingresso, sul lato sinistro, vi è collocata l’area dei servizi: punto informazioni, biglietteria, bookshop, spazio dedicato alle mostre temporanee ed area didattica.
L’ingresso è posto in corrispondenza dell’ampio atrio ai cui lati si aprono il Giardino delle Fontane (lato orientale) ed il Giardino delle Camelie (lato occidentale).
Oltre al Giardino delle Fontane, il lato orientale ospita anche la Collezione Farnese, costituita principalmente da statue. All’interno dell’area dedicata alla Collezione Farnese, 2 sale sono riservate alle Gemme.
Sul lato occidentale, oltre ai servizi presenti accanto all’ingresso, trovano la loro collocazione anche altri servizi posti sul lato opposto rispetto all’ingresso: la caffetteria, l’ascensore, 3 aree didattiche e 2 spazi destinati alle mostre temporanee. Inoltre, la Galleria che si affaccia sul Giardino delle Camelie ospita temporaneamente numerosi capolavori scultorei provenienti da diversi siti della Campania.
Accedendo al primo piano è possibile visitare, sul lato occidentale, il Gabinetto Segreto, in cui sono conservati materiali a soggetto erotico, e le sale che ospitano i mosaici. Sul lato orientale, invece, sono collocate le sale destinate alla numismatica.
Il secondo piano ospita il Salone della Meridiana; sul lato orientale sono collocate le sale destinate agli affreschi, al Tempio di Iside a Pompei e al plastico della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio. Inoltre è visibile lo spazio dedicato all’Oriente.
Il lato occidentale, invece, ospita i reperti di epoca Preistorica e Protostorica, la sezione Napoli Antica, che illustra attraverso i reperti rinvenuti tra ‘800 e ‘900 l’epoca greca e l’epoca romana della città, e la collezione Villa dei Papiri di statue bronzee.
Nel piano interrato, nel lato orientale, è collocata la Collezione Egiziana e la Collezione Epigrafica.

Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_archeologico_nazionale_di_Napoli
http://www.museoarcheologiconapoli.it 

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